Un caso dimenticato: Restaurato il quadro formato da capelli

In un angolo „nascosto“ del museo è stato scoperto un oggetto assai interessante, singolare e pieno di significati: un quadro incorniciato fatto di capelli incollati su vetro. Sebbene l’oggetto in questione non appartenga certamente alla categoria dei reperti di solito sottoposti a trattamento nel Dipartimento per il restauro e la conservazione del MAI (Museo archeologico dell’Istria), dato lo stato in cui versava è stato deciso di procedere al suo recupero. Ma la vera domanda è questa: com’è capitato nel museo  quest’intigrante manufatto? Secondo gli operatori del MAI, proviene da Dignano. Infatti nel Dipartimento documentario del museo è stata trovata una relazione, risalente al 1949, nella quale si può leggere che i curatori Boris Baćić e Štefan Mlakar, d’accordo con i responsabili della casa E. Rismondo di Dignano, avevano preso in consegna cinque cassoni di libri, alcuni oggetti etnografici e monumenti archeologici medievali della chiesetta di San Michele. Si presuppone che tra i citati oggetti etnografici  ci fosse anche il quadro di capelli. Come in un serial poliziesco ci sono voluti diversi decenni perché il „caso dimenticato“ tornasse a galla, venisse conservato secondo le regole della  professione e venisse infine indagata l’origine di questo gioiello dell’Ottocento.

CENNI STORICI

Gli oggetti fatti con materiali organici come i capelli umani destano particolare attenzione per la loro fragilità, la natura intima e il loro valore sentimentale. Venivano realizzati con incredibile cura, trattandosi di un materiale delicato e di carattere personale.

Nel XVII secolo i gioielli destinati a destare il rimpianto per i defunti erano riservati unicamente alle élite sociali, attestavano lo status dei dipartiti, erano dei perenni „memento mori“ („ricordati che devi morire“). Nel XVIII secolo gli oggetti fatti con capelli (quadri, piccole sculture, gioielli) divennero assai popolari, una moda che dall’Inghilterra si diffuse negli altri paesi europei. Il periodo è conosciuto come „epoca sentimentale“, in cui i gioielli per rimpiangere i defunti non s’impongono più per il loro valore economico, quanto per quello intimo ed emozionale. Nel XVIII secolo le differenti forme di quegli ornamenti  esprimono i mutamenti subentrati nell’atteggiamento verso la morte. Al centro del rimpianto non vi sono più gli scomparsi e la loro esaltazione, ma i dolenti e la loro afflizione. Nell’Ottocento compare una nuova iconografia, caratterizzata da un piccolo repertorio di motivi elegiaci: paesaggi e giardini, alberi solitari, specie salici piangenti e cipressi, tombe con urne, donne affrante in manti pseudoantichi con ornamenti floreali. Va rilevato che quest’iconografia stereotipata è collegata alla semantica del lutto ma anche dell’amicizia. I capelli degli amati defunti vengoni usati negli oggetti di cordoglio, ma ancora più spesso si ricorre alle chiome dei vivi per creare degli oggetti-regalo da donare per ricordo, in segno di eterna amicizia, memoria o amore romantico.

Nell’Ottocento in tutta l’Europa i capelli venivano trasformati in gioielli, ma anche in opere di arte applicata. La varietà di manufatti formati da capelli appare sconfinata: dalle ciocche chiuse nei medaglioni fino a complicate corone create con capelli intrecciati in forme floreali o addirittura in immagini miniaturali su sfondi di avorio, disegnati in color  seppia e ciocche ritagliate in maniera raffinata.

Spesso gli anelli, i bracciali, gli orecchini, le collane, le spille, gli amuleti, i bottoni e le cinghie per gli orologi da polso ricavati da capelli sono riccamente decorati con oro, smalti, perle, pietre preziose e semipreziose di tutti i tipi. La ricchezza del materiale doveva servire a esprimere i sensi dell’amicizia o dell’amore.

La popolarità dei manufatti di capelli non si fermava ai monili. Venivano creati anche quadri a motivi floreali e bouquet tridimensionali, fatti completamente di capelli, che erano esposti sotto campane di vetro sui tavoli dei salotti vittoriani. C’è perfino un ritratto della regina Vittoria, a grandezza naturale, formato da capelli umani. È risaputo che alla regina Vittoria gli oggetti di capelli piacevano molto e che volentieri se ne adornava. Dopo la morte dell’amato consorte Alberto nel 1861, la regina portò fino al termine dei suoi giorni una ciocca dei capelli del principe consorte in una spilla fissata agli abiti, proprio sopra al cuore.

All’inizio i monili e gli oggetti decorativi venivano realizzati da artisti e la loro vendita avveniva in negozi specializzati con ordinazioni tramite catalogo. Per le donne dell’epoca vittoriana la lavorazione di tali manufatti divenne ben presto un modo molto popolare di trascorrere il tempo libero, a tal punto popolare che nelle riviste del tempo venivano pubblicati campioni gratuiti con le istruzioni per il“fai da te“ con i capelli. In Inghilterra e in America per le giovani signore venivano organizzati dei corsi che le abilitavano a quest’arte. E praticamente ogni uomo di quel tempo ricevette in dono dalla proprio fidanzata, moglie, sorella o madre una cinghia per orologio fatta con i loro capelli; le cinghie in questione si annoverano infatti fra gli oggetti più comuni dell’Ottocento.

LE TECNICHE

Per la lavorazione dei capelli si ricorreva a tecniche diverse, a seconda del tipo di oggetti da realizzare (arti applicate, quadri o sculture).

La tecnica Palette consisteva nel tagliare i capelli nelle forme richieste per poi incollarli direttamente su una base, ad es. una sottile pergamena, un fondo di avorio o di vetro. Si componevano così delle figure che di solito erano motivi floreali. Una singola ciocca o capello erano usati per modellare le linee più sottili, mentre i capelli tagliuzzati potevano venir sparsi su una superficie ricoperta di colla andando a formare una particolare texture.

La tecnica a tavolino comprendeva un tavolino speciale, appunto, con un buco al centro attraverso il quale i capelli, con l’aiuto di rocchetti e pesi, venivano fatti passare e intrecciati in una fitta rete, spesso ornata d’oro e di perle. Era un lavoro piuttosto impegnativo: i capelli dovevano venir bolliti in acqua e bicarbonato di sodio per una quindicina di minuti e poi suddivisi in ciocche in base alla lunghezza. La maggior parte dei monili lavorati in questo modo richiedeva capelli lunghi; ad esempio, per fare un braccialetto servivano capelli lunghi dai 50 ai 60 cm. Talvolta, per ottenere le forme volute, si ricorreva a stampi di legno, che venivano appositamente commissionati a tornitori locali. Lo stampo veniva fissato al buco al centro del tavolino. I capelli venivano avvolti attorno a una serie di rocchetti e fissati con pesi all’intreccio per farli rimanere spianati. Una volta terminato il lavoro, lo stampo veniva immerso in una pentola con acqua per essere bollito per 15 minuti, veniva poi asciugato e infine il manufatto di capelli ne veniva attentamente staccato. Solo a quel punto era pronto per venir trattato dall’orefice.

Per la tecnica seppia i capelli vanno sottilmente tagliuzzati e mescolati alla colla oppure vanno ridotti in polvere con il pestello in un mortaio, quindi scioli nell’acqua distillata fino ad ottenere un pigmento marrone da spalmare su avorio, vetro o pergamena sottile.Per dipingere i dettagli si ricorreva all’inchiostro di seppia. Di solito si sceglieva questa tecnica per rappresentare paesaggi miniaturali o scene che rimandavano alla morte e al lutto.

Nella tecnica dei motivi floreali i fiori di capelli venivano realizzati avvolgendoli attorni a un bastoncino sul quale venivano fermati con del sottile filo di metallo. Variando le dimensioni del bastoncino, la quantità e il colore dei capelli, e talvolta inframmezzandovi delle perline, era possibile creare svariate forme e grandezze di fiori, foglie e viticci, che poi venivano riuniti in suggestivi mazzetti o corone. 

GLI INTERVENTI DI RESTAURO E CONSERVAZIONE

Il restauro del quadro formato da capelli ha rappresentato una grande sfida e una responsabilità anche maggiore per il restauratore che, rispetto al quotidiano lavoro al recupero di reperti archeologici, a dovuto fronteggiare un materiale del tutto diverso (materiale organico – capelli umani). Prima di affrontare il procedimento restaurativoconservatore sono state effettuate nel Centro per le ricerche sui materiali della Regione istriana – METRIS alcune analisi chimiche. Un campione prelevato dal collante che tratteneva i capelli fissati alla base di vetro è stato sottoposto ad analisi chimica con il metodo della spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FT-IR), che ha consentito di accertare un’alta coincidenza dello spettro FT-IR del campione esaminato con uno di gomma arabica. Dopo quest’analisi il manufatto è stato smontato in parti. L’operazione dianzi detta era necessaria  data la diversità dei materiali: la cornice di legno e la raffigurazione su vetro, materiali differenti che richiedono procedimenti restaurativoconservatori differenti.

Stato di conservazione

 In alcuni punti la base di vetro era incrinata e ne mancavano due piccoli frammenti, mentre alcuni tratti del disegno erano parzialmente scollati dal fondo. Il quadro presentava segni di precedenti riparazioni effettuate per incollare i frammenti di vetro, e tracce di un rinsaldamento delle parti staccatesi del disegno (capelli). È stato pure constatato che alcuni frammenti si erano distaccati del tutto: in un punto della composizione il disegno si era spostato, in altri mancava completamente. I maggiori danni alla cornice di legno sono stati rilevati nella parte inferiore del nastro ornamentale: diversi frammenti dell’ornamento  erano caduti via. Difetti minori si osservavano pure sugli spigoli esterni delle assiccelle, dove il colore era sbiadito.

Gli interventi alla base di vetro

I frammenti sono stati ripuliti dallo sporco (polvere) con cotton fioc immersi nell’alcol etilico. Il procedimento è stato effettuato con la massima oculatezza, data la delicatezza del materiale di cui il disegno si compone. I frammenti sono stati quindi voltati con cautela sul retro  affinché, al momento di incollarli, il disegno sulla parte anteriore non venisse danneggiato. Due parti mancanti della base di vetro sono state sostituite con altro vetro. In questo caso il procedimento per tagliarlo è uguale a quello che si segue per tagliare il vetro nella lavorazione del vitrage o nella tecnica Tiffany. La precedente riparazione effettuata con adesivo cianoacrilato, con la quale si era cercato di rimettere al loro posto i pezzi (capelli) del disegno staccatisi, ci ha procurato grandi difficoltà perché ce n’era anche sui capelli dai quali è difficilissimo eliminarlo. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto con solventi vari (acqua calda, alcol etilico, acetone), per eliminarlo sono stati applicati sulla superficie interessata degli impacchi imbevuti di solvente per adesivi cianoacrilati. Il risultato è stato soddisfacente: la maggior parte della vecchia colla è stata asportata e i capelli si sono conservati.

Come già detto, i capelli sono un materiale delicatissimo, motivo per cui il loro consolidamento ha rappresentato il logico passo seguente del procedimento. Con una soluzione consolidante  sono stati fissati alla base di vetro e in tal modo gli sono stati restituiti anche vitalità e brillantezza al disegno. Allo scopo di semplificare la ricostruzione del disegno facendo sì che il ritocco risultasse il più possibile preciso, su un foglio di carta trasparente è stata riprodotta in nero la situazione riscontrata, mentre le parti mancanti sono state disegnate in rosso. Il disegno in scala 1:1 tracciato sulla carta trasparente è stato sottoposto al vetro del quadro e quindi con un sottile pennello è stata delineata la riproduzione. Il ritocco è stato eseguito con inchiostro di china color seppia, in una sfumatura assai delicata, più chiara dell’originale.

Il restauro della cornice decorativa

La cornice di legno è stata pulita con una spazzola morbida, dopo di che gli ultimi granelli di polvere sono stati tolti con un pennello precedentemente immerso in una miscela di alcol etilico e acqua distillata. Sul nastro decorativo della cornice erano state rilevate parecchie piccole crepe, che sono state perciò rivestite con olio di lino, il quale ha „nutrito“ il legno restituendogli la lucentezza. Al termine della pulizia e della consolidazione, con un silicone vinilpolissanico è stato fatto il calco della cornice e in quello stampo è stata versata una miscela di resina epossidica che, una volta essiccata, è stata applicata nei punti dovuti. Queste ricostruzioni e i frammenti originali staccatisi sono stati incollati sul nastro decorativo della cornice con colla per legno. Quindi gli spazi rimasti tra l’originale e le ricostruzioni sono stati attentamente riempiti con la resina epossidica, il che ha restituito uniformità estetica al rilievo decorativo. Le parti ricostruite sono state ritoccate; la base è stata pitturata con un colore a olio nero e il rilievo in oro. La cornice è stata ricoperta con uno strato protettivo finale di cera da restauro, che garantisce al legno la giusta protezione e lucentezza. La cornice è stata poi rovesciata sul retro per inserirvi il quadro. Cornice e quadro sono stati saldati assieme molto semplicemente: i chiodini sono stati infilati nei fori già esistenti per non danneggiare ulteriormente la cornice. E per una maggiore protezione, agli angoli sono stati montati dei piccoli tappi di gomma.  

 Catalogo 

 Quadro formato da capelli su vetro 

Datazione: XIX secolo

Collocazione: Museo archeologico dell’Istria

Tecnica: Palette tecnica

Dimensioni: 44 x 44,5 cm (lunghezza x altezza)

Descrizione: Quadro su vetro con motivi decorativi floreali, composto interamente di capelli. Serviva da contenitore ornamentale per due ritratti fotografici. La corona, doviziosamente ramificata e a forma di cuore, è formata da foglioline bislunghe, ramoscelli e fiori e circonda due cornici ovali in cui inserire le foto, poste al centro. Le sovrasta una fascia dove potevano venir scritti un messaggio oppure i nomi dei fidanzati/coniugi. La fascia è sorretta con il becco da due colombi in volo. Il quadro ha una cornice rettangolare di legno, la cui parte anteriore è ornata a motivi vegetali stilizzati. I margini esterni ed interni presentano una semplice modanatura, mentre la parte centrale è aggraziata da un cordoncino di fiori stilizzati simili a tulipani, sotto ai quali ci sono delle forme geometriche, cerchietti e rettangolini, che si alternano alla base. La superficie della cornice è di colore bruno scuro. Le parti più prominenti degli ornamenti, nel cordoncino centrale, sono esaltate da dorature. 

BIBLIOGRAFIA

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 UN CASO DIMENTICATO: Restaurato il quadro formato da capelli 

Mostra Via Carrara 4, Pola  

Una finestra sul passato 18.05. - 18.07.2017.

Autrice della mostra e del testo: Monika Petrović

Organizzatore ed Editore: Museo archeologico dell’Istria 

Rappresentante dell’Organizzatore e dell’Editore: Darko Komšo

Redazione: Darko Komšo, Adriana Gri Štorga, Katarina Zenzerović

Autore dell’allestimento, veste grafica: Vjeran Juhas

Autrici delle fotografie: Tanja Draškić Savić, Monika Petrović

Allestimento tecnico della mostra: Monika Petrović

Traduzione italiana: Elis Barbalich-Geromella

Traduzione inglese: Neven Ferenčić

Correzione dei testi: Adriana Gri Štorga, Milena Špigić, Katarina Zenzerović

Stampa: MPS Pula

Tiratura: 700

Pola, 2017.

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