La chiesa di S. Stefano

La chiesa trinavata di S. Stefano sorgeva all'estremità orientale dell'odierno centro storico. Era orientata in maniera regolamentare con tre absidi semicircolari sul lato est. Le navate erano ritmicamente cadenzate da tre colonne di marmo ciascuna. Quelle laterali si presentavano piuttosto accorciate per dar posto al presbiterio o alla sacrestia, probabilmente separati da arcate su pilastri.

Nel corso del tempo la chiesa venne devastata da sovrastrutture, e questo è uno dei motivi per cui sulla sua datazione abbiamo pochissimi riferimenti. Tra questi, il titolare S. Stefano (martire protocristiano) e le lesene sulla facciata meridionale, che forse situano la chiesa in epoca paleocristiana o altomedievale. L'edificio fu tramezzato o forse del tutto riattato in stile romanico alla fine dell'XI sec.- XII sec.

La chiesa di S. Stefano è esplicitamente citata nella descrizione del massacro della nobile famiglia polese dei Castropola il giorno di venerdì santo del 1271, anche se forse la strage avvenne nel maggio del 1331, allorché Venezia conquistò la città. Una confraternita di S. Stefano risulta a Pola nel XV sec., mentre la chiesa stessa è menzionata nell'elenco della visitazione apostolica del 1580.

Ancora nel 1782 (1) la chiesa era conservata fino al tetto, come risulta dalla grafica in cui è rappresentata poggiante sulle mura cittadine, però con una sola abside sul retro. All'inizio del XIX sec. dell'edificio cadente si notano solamente il presbiterio con le arcate (2), mentre nel 1845, quando venne disegnata anche la pianta della chiesa (3), erano ancora visibili tracce di affreschi parietali.

Željko Ujčić, responsabile della Collezione altomedievale del Museo archeologico dell'Istria

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