Casa Scampicchio

Casa Scampicchio (parziale ricostruzione della facciata). Pola, Galleria museale dei Sacri Cuori. Mostra “L’Istria, il leone e l’aquila”.

Gli Scampicchio, nobile casato originario dell'Italia, si stabilirono ad Albona nel XV sec. In Istria ricoprirono parecchie funzioni pubbliche, politiche, militari ed ecclesiastiche. Avevano possedimenti nei territori di Albona, Montona, Fianona, Barbana, Pola, Medolino e nella valle dell'Arsa. Il casato è attestato anche a Sanvincenti, Clana, Cherso, Capodistria, Venezia e Muggia.

Dai documenti d'archivio risulta che nel 1580 i suoi membri si trovavano a Pola, dato che Giovanni Battista Scampicchio, consigliere della città, in occasione della visitazione del vescovo veronese Agostino Valier venne interrogato in merito alla vita e probità del presule Matteo Barbabianca. Gli Scampicchio rimasero a Pola, svolgendovi determinati incarichi, fino al 1678.

Stemma della famiglia Scampicchio.

A Pola la famiglia possedeva anche botteghe, una vigna nei pressi di Port'Aurea, l'isolotto Scoglio Olivi, nonché campi, vigneti e pascoli nei dintorni della città (Valdibecco, Vintian, Vincural, Medolino e Promontore) e le isolette Cielo e Trombolo nel golfo medolinese.

Oltre ad alcuni stabili ad Albona e Montona, e alle ville di Albona (Tonci/Turanj) e di S. Giovanni della Cisterna, è documentato che nel XVI sec. gli Scampicchio possedevano delle case anche a Pola. Una si trovava in Piazza Foro , un'altra dirimpetto alla casa gotica dei Demartini nell'odierna via Kandler. L'edificio, a un piano, con fondamenta certamente più antiche, venne rinnovato nel Rinascimento, alla fine del XV sec. o nella prima metà del '500. Casa Scampicchio venne rasa al suolo durante i bombardamenti del 1944. Ne conosciamo l'aspetto grazie alle cartoline di inizio '900 e alle fotografie conservate in alcuni archivi (Treviso, Firenze). Presso il Museo archeologico dell'Istria del palazzetto si custodiscono alcuni pregevoli frammenti architettonici: le estremità di un arco di monofora, stipiti, una mensola di finestra, un capitello, parti della lunetta del portale e lo stemma del casato.

 

Iscrizione murata dopo il restauro del 1933.

Angelus Cornelio comes et provisor / sui com<m>odo et succ<e>ssoribus suis / proprio aere construxit / anno D(omi)ni 1688
Traduzione: Angelo Cornelio, conte e provveditore, per il proprio bene e quello dei suoi successori, con i propri soldi fece costruire nell’anno del Signore 1688.

 

BIBLIOGRAFIA:

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In colaborazione con: Provincia di Treviso / Assessorato alla Cultura / Foto Archivio Storicho Trevigiano.

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