La preistoria

Il presente allestimento venne realizzato nel 1972. In cinque sale espositive al primo piano del MAI (Museo archeologico istriano) sono rappresentate le epoche dal paleolitico alla fine del primo millennio a.C.

Lo sviluppo della vita in territorio istriano viene illustrato in un grafico corredato di scala cronologica, quindi da una selezione dei fossili più frequenti repertati e da una raffigurazione del cammino dell'uomo. Per il periodo paleolitico si rilevano alcune grotte esplorate nell'area della Cicceria, più la grotta di S. Romualdo e quella di S. Daniele, dei cui ritrovamenti è presentata una piccola selezione di arnesi litici e di ossa animali. Nelle bacheche della stessa sala sono esposti i frammenti più antichi di ceramica impressa della Bassa Istria, specie quelli di Visola presso Medolino, ma anche alcuni frammenti di recipienti provenienti dalla grotta Jama na Sredi sull'isola di Cherso. Vi è poi una selezione di asce, mazze e punte di freccia in pietra levigata – e si tratta per lo più di ritrovamenti fortuiti, che indicano un nuovo modo di lavorare la pietra. L'eneolitico è rappresentato dal sito di Javorika –Gromazza, esplorato a Brioni Maggiore ( in cr. Veli Brijun). Si possono osservare diversi frammenti di vasellame e le copie ricostruite di reperti originali conservati nelle collezioni archeologiche di Brioni. Sulla terraferma i siti dello stesso periodo sono quelli di Pradisel (Cavrano) e la grotta Cingarella (Momiano). Le grotte conservano tracce significative di presenza umana attraverso lunghi periodi di tempo, per questo qui è esposta una selezione di reperti rivenuti negli strati preistorici di una caverna situata presso il villaggio di Serbani.

L'età del bronzo è caratterizzata in Istria da numerosi insediamenti fortificati, i castellieri, rappresentati dalle prime mappe che ne tracciò, assieme ad alcuni dei particolari indagati nei singoli insediamenti (i sistemi di accesso attraverso le mura, le fondazioni delle case, le fornaci) Carlo Marchesetti; quindi, da una selezione di frammenti ceramici tipici, da ricostruzioni e copie di vasellame (Moncodogno, Monte Cipro a Brioni Maggiore). Fra gli utensili della vita quotidiana figurano in gran numero arnesi ossei, e poi macine di pietra, vari pesi, fusaioli e rare armi di bronzo (asce, punte di lancia, coltelli). Le necropoli e le sepolture sotto tumuli di pietra contengono di solito corredi molto modesti: per questo si segnalano per importanza i reperti qui esposti di ambra e i gioielli in bronzo di Monte Ursino o il grande recipiente e la collana di Zabniaco (in cr. Žamnjak).

Il nucleo centrale della collezione permanente preistorica è dedicato ai frammenti lapidei di Nesazio. Tra questi si distingue il blocco monumentale raffigurante una donna che partorisce e allatta un bambino, collegato alla statua del cavaliere. Sono esposti anche tutti i frammenti di sculture antropomorfe repertati (il torso di un giovane, parte di una testa muliebre e simili), quindi parti del cosiddetto altare dei sacrifici (ara) e una selezione di lapidi scolpite a spirali e meandri in rilievo. Spesso nelle aree delle necropoli del ferro si incontrano blocchi litici con incavature semicircolari, forse legati a particolari riti: qui ne sono in mostra, oltre a quelli nesaziani, alcuni trovati nel castelliere di Leme. Tra questi monumenti lapidei c'è pure una «testa bifronte», scoperta nei dintorni di Pola e acquistata da un collezionista privato all'inizio del XX sec. In questa sala è stata collocata in un secondo tempo una bacheca contenente una selezione di oggetti scoperti a Nesazio nel 1981, fra cui i resti di una situla, su cui è raffigurata una battaglia navale, e un modellino della probabile nave rappresentatavi.

Le ultime due sale sono riservate alla cultura materiale degli Istri, che abitarono la penisola durante l'età del ferro. Vi trova posto una selezione di reperti funebri provenienti dalle necropoli di Nesazio, e dei castellieri di Leme, Pizzughi, Castelvenere presso Buie, Castellier presso Villanova e Pola. Accanto alle urne cinerarie di fattura locale con le tipiche decorazioni geometriche, si possono ammirare vasellame importato dalle zone dell'Italia settentrionale o dalle aree della cultura veneta o fatto a loro imitazione, vasi dauni di ceramica opaca dipinta, recipienti di origine etrusca, rari vasi greci a figure nere e a figure rosse, di cui venivano dotate solo le tombe dei defunti più ricchi. Nei sepolcri venivano inoltre depositati contenitori di bronzo, elmi e parti di gioielli.

Oltre ai reperti provenienti dalle necropoli istriane, c'è una selezione di oggetti trovati in quella liburnica di Ossero, fra cui monili completamente differenti da quelli istrici.

I manufatti più recenti sono delle fibule del tipo La Tène, risalenti agli ultimi secoli a.C., provenienti dalla necropoli di Pizzughi.

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