LA COLLEZIONE PREISTORICA

La collezione preistorica del Museo archeologico dell'Istria comprende reperti risalenti al periodo dal paleolitico all'ultimo secolo a.C. Un grande numero di questi reperti sono stati raccolti nel corso di esplorazioni superficiali del terreno e spesso rappresentano l'unico indizio dell'esistenza di siti archeologici in cui altri tipi di ricerca non sono stati effettuati. Si tratta per lo più di frammenti di ceramica, di arnesi ossei e litici raccolti nelle aree superficiali dei castellieri. In tal senso di importanza fondamentale fu la scoperta del sito di Nesazio (in croato: Nezakcij), presso Altura (cr. Valtura), della sua ricca necropoli di campi di urne, risalente all'età del ferro, e di frammenti di sculture e rilievi litici preistorici., scoperta che fu, tra l'altro, decisiva per l'istituzione del Museo polese nel 1902.

Per quel che riguarda il periodo dal paleolitico e mesolitico al neo/eneolitico sono in particolare significativi i reperti rinvenuti nel corso di scavi sistematici, svoltisi dalla metà degli anni novanta del XX sec., nelle grotte e anfratti nell'area del Monte Maggiore e della Cicceria (Pupićina, Vela, Vešanska, Šebrn, Novačka, Jačmica…), nonché nel territorio del Canale di Leme, in specie nella Grotta di San Romualdo. In riferimento all'alto neolitico sono importanti i primi reperti trovati nei siti di Visola, presso Medolino (in cr. Medulin), e di Gromazza presso Cavrano (cr. Kavran), scoperti durante scavi di conservazione. La collezione in questione è stata poi considerevolmente arricchita dai reperti venuti alla luce in scavi sistematici in siti come Carigador (Lisignano, in cr. Ližnjan) o S. Michele (Valle, in cr. Bale), e poi nel corso di esplorazioni topografiche sistematiche, effettuate tramite piccoli sondaggi del terreno, e di diversi scavi conservativi (Pola – Capanna del Pescatore e Montegrande, Vercivan, Krugi…).

Una gran parte della collezione preistorica è composta da reperti dell'età del bronzo, periodo in Istria connotato dai numerosi castellieri. Accanto ai frammenti raccolti in superficie, vi sono quelli rinvenuti tramite scavi sistematici e di conservazione, come nel caso di Mone Ursino (in cr.Vrčin presso Butkovići), Moncodogno (Rovigno, in cr. Rovinj), S. Pietro – Tondolon (Sanvincenti, in cr. Svetvinčenat) e Gradaz-Turan (Valmazzinghi, in cr. Koromačno). In quell'epoca erano abitate, in maniera permanente o saltuaria, numerose grotte. Gli scavi , ancorché sommari,  nelle grotte Trogrla (Majkusi), Cingarella (Momiano, in cr. Momjan), in quella ai piedi del villaggio di Serbani e ultimamente nel sito di Laganis (Portole, in cr. Oprtalj) hanno fruttato numerosi reperti di ceramica, arnesi ossei e litici e altro materiale. Oltre che negli insediamenti scavi sono stati effettuati anche nelle necropoli, ovvero nei tumuli di pietra. Una delle più importanti necropoli esplorate è quella che si trova nei pressi del castelliere di Monte Ursino (ambra e monili di bronzo), mentre nei tumuli, accanto ai monili, sono stati rinvenuti frammenti di vasellame di ceramica (Maclavun, Novi grad di Carmedo) e un coltello di bronzo (Monte Valmarin).

L'ultimo millennio a.C. è per la maggior parte documentato dai ritrovamenti nei campi di urne. Questo comparto della collezione raccoglie i reperti delle necropoli di Pizzughi (Parenzo, in cr. Poreč), Pola, Castelvenere (in cr. Kaštel) presso Buie, Leme, nonché quelli scoperti in alcuni sepolcri di urne nei pressi di castellieri, ad es. S.Martino (Canale di Leme), Punta Castello (Medolino) e simili, oltre che nella necropoli di Nesazio, la più ricca. Di particolare rilievo per l'età del ferro sono i frammenti di sculture e rilievi litici, le situle decorate a figure e le numerose ceramiche sud-italiche e greche importate.

Dipendenti:

Maja Čuka – curatore maggiore (Caposezione della Collezione di preistoria)
Darko Komšo – consigliere museale
Dr. Sc. Romuald Zlatunić – curatore maggiore

 

Informazioni, consultazioni e richieste:

Maja Čuka – caposezione
tel: 052/351-305
e-mail: zdmaja@gmail.com

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